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L’ozonoterapia nel dolore di schiena

Articolo correlato: La stenosi lombare (clicca per leggere)

di Giuseppe Ambrosio
Il dolore alla schiena, cervicale, dorsale o lombare, conseguente alla patologia degenerativa della colonna vertebrale,  è una delle cause più frequenti di astensione dal lavoro con un impatto notevole sulla spesa sanitaria nazionale. Circa l’80- 90% degli adulti presenta almeno un episodio di lombalgia (dolore alla parte bassa della schiena) durante la vita. La fascia d’età più colpita è tra i 30 è i 50 anni. Negli ultimi anni sono stati chiariti i meccanismi fisiopatologici alla base del dolore vertebrale. Con lavori scientifici in vivo ed in vitro sono state evidenziate le principali strutture anatomiche responsabili del dolore vertebrale. Inoltre la conoscenza della biomeccanica della colonna vertebrale ha permesso di chiarire i principali meccanismi alla base dello sviluppo di alterazioni statiche della stessa. Nell’immagine che segue possono essere evidenziate le principali strutture anatomiche della colonna vertebrale; contrassegnate dall’asterisco sono quelle formazioni anatomiche che presentato terminazioni sensitive e che sono implicate nell’insorgenza del dolore. 

 
L'asterisco (*) contrassegna le strutture sensibili al dolore

 
Il dolore vertebrale è in genere conseguenza di fenomeni degenerativi a carico delle vertebre e dei dischi intervertebrali. Tali fenomeni vanno dalla spondilosi all’artrosi ed all’ernia del disco. La colonna vertebrale può essere colpita da tali fenomeni in uno o più distretti (cervicale, dorsale, lombare).  Il trattamento di questo tipo di patologia è nella maggior parte dei casi conservativo mentre in un numero limitato di pazienti è necessario ricorrere ad una soluzione chirurgica o endoscopica.

Vedi video intervento di ernia del disco L5-S1 sinistra. Integrale con incisione cute 2 cm.

La terapia conservativa prevede numerose opzioni: terapia medica antinfiammatoria, infiltrazioni locali, manipolazioni della colonna vertebrale, fisiokinesiterapia.

 

 

L’ozono
I meccanismi d’azione dell’ozono (O3) sono diversi a seconda delle modalità con le quali viene utilizzato. Il principale utilizzo dell’ozono per il trattamento del dolore vertebrale consiste nell’introduzione dello stesso per via intramuscolare mediante una siringa nella zona del dolore. L’ozono medicale si utilizza per le sue proprietà antisettiche e per l’ossigenazione che provoca nei tessuti periferici; nel trattamento del dolore vertebrale alle sue azioni classiche sopra citate viene aggiunto il suo elevato potere antinfiammatorio decongestionante ed analgesico. L’azione dell’ozono è dovuta al suo potere ossidante che quando agisce sui doppi legami del carbonio negli acidi grassi insaturi provoca la formazione di perossidi. Nel trattamento del dolore vertebrale questo provoca 2 importanti azioni: miglioramento dell’ossigenazione e della circolazione locale; azione antinfiammatoria ed analgesica locale. Nel caso dell’introduzione dell’ozono sotto controllo radiografico o TC per il trattamento del conflitto radicolare (sciatalgia, dolore al braccio) il meccanismo d’azione proposto è diverso; si pensa infatti che l’azione dell’ozono in questi casi sia determinata dal suo potere ossidante; infatti una volta introdotto nel disco intervertebrale permette la liberazione d’acqua dai mucopolisaccaridi presenti nello stesso; la riduzione della concentrazione d’acqua determina quindi una diminuzione della pressione intradiscale ed una conseguente riduzione della compressione del disco sulla radice nervosa.

 

 
Il trattamento intramuscolare
Il paziente viene posto su di un lettino in posizione prona. Attraverso la palpazione ed avendo presenti i riferimenti anatomici si identifica il punto in va introdotto l'ozono. Con un ago sottile si procede alla infiltrazione locale intramuscolare con la quantità prestabilita di gas. La concentrazione dell'ozono nel gas introdotto deve essere rilevata dal fotometro presente sull'apparecchio (solo apparecchi di ultima generazione). Dopo il trattamento è consigliabile lasciare il paziente sul lettino per 5-10 minuti. Il trattamento intramuscolare comprende 6-10 applicazioni.

Il trattamento radiograficamente guidato
Il paziente viene posto su di un lettino radiotrasparente il posizione prona. Viene introdotto un ago sottile nella zona di trattamento e con l'ausilio del controllo radiografico si raggiunge la zona in cui si intende procedere all'infiltrazione (disco intervertebrale, capsula articolare ecc.). Si introduce il gas nella quantità ed alla concentrazione richiesta. Dopo il trattamento è consigliabile lasciare il paziente sul lettino per 10-15 minuti. Il trattamento guidato radiograficamente varia da 1 a 3 applicazioni. In alcuni centri tale tipo di trattamento viene praticato con l'ausilio di un apparecchio di Tomografia Computerizzata (TC).
In caso di ernie discali espulse il trattamento TC guidato e francamente sconsigliato potendo determinare una riduzione del contenuto idrico del frammento espulso ma anche una fibrosi aderenziale tra il frammento stesso, il sacco durale e la radice nervosa.
Qui di seguito il video di un intervento di un paziente sottoposto ad ozonoterapia TC guidata per una ernia discale espusa nel quale si dimostra la presenza di una fibrosi aderenziale tra sacco durale e frammento discale espulso disidratato dall'ozono.

 

 
Per una consulenza on-line per effettuare l'ozonoterapia a Napoli clicca qui
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Per ulteriori informazioni dott. Giuseppe Ambrosio

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