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Cenni di storia |
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La costituzione del liquor varia con l'età del soggetto e con la sede del
prelievo. L'idrocefalo può colpire soggetti di tutte le età, si può manifestare come malformazione congenita alla nascita o può comparire successivamente anche in pazienti anziani. Le principali cause verranno descritte più avanti. Anatomia |
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Le cause Le cause di ostruzione possono essere molteplici: • malformazioni congenite del Sistema Nervoso Centrale, • esiti di emorragie cerebrali verificatesi all'interno dei ventricoli cerebrali, • esiti di processi infiammatori della meninge e dei ventricoli cerebrali, • tumori del cervello e del tronco encefalico e del cervelletto. Il trattamento La terapia dell'idrocefalo è sempre chirurgica. La finalità dei diversi tipi d'intervento chirurgico che vengono utilizzati per il trattamento di questa patologia è sempre la stessa: trovare una via alternativa per permettere al liquido che si accumula nei ventricoli cerebrali di essere drenato dove possa essere riassorbito. Nella storia della Neurochirurgia sono state tentate molte strade per il trattamento di questa patologia, ma da gli anni 60 agli anni 90 del 900 si sono sviluppate le principali metodiche che sono alla base del trattamento attuale di detta patologia. L'intervento principale, perché il più utilizzato, consiste nell'applicazione di un sistema di derivazione che attraverso un sottile tubo di drenaggio permette il deflusso del liquor dai ventricoli cerebrali alla cavità peritoneale. In alternativa alla cavità peritoneale il liquor può essere drenato nell'atrio cardiacoo più raramente nella cavità pleurica. Questi sistemi di derivazione sono forniti di un serbatoio valvolato che permette il deflusso di liquor solo quando la pressione all'interno della scatola cranica raggiunge livelli d'ipertensione che determinano una sofferenza del cervello. |
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Lo svantaggio principale di questo tipo di procedura è legato al fatto che i
sistemi di derivazione impiantati molto frequentemente vanno incontro a
malfunzionamento e pertanto vanno sostituiti con notevoli fastidi e rischi
per il paziente. Trattamento endoscopico dell'idrocefalo |
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Un volta giunti in quella sede si procede alla perforazione di una sottile
membrana posta alla base del 3° ventricolo in modo da mettere in
comunicazione i ventricoli esclusi dalla circolazione del liquor con le
cisterne della base del cranio. Per questo tipo d'intervento non è
necessario l'impianto di sistemi protesici o valvolari di alcun genere. Per
tale ragione una volta effettuato con successo il paziente può dirsi “guarito” e non è costretto a subire il calvario di frequenti reinterventi che affligge i portatori di derivazioni valvolate. Purtroppo non è possibile utilizzare questo tipo di metodica “più naturale” in tutti i casi ma solo in pazienti selezionati con idrocefalo triventricolare. |
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Terzoventricolocisternostomia per via endoscopica | |||||
Corpi mammillari e catetere per ventricolostomia | |||||
Inoltre l'endoscopio può essere utilizzato come strumento di ausilio per posizionare correttamente un catetere di derivazione all'interno di un ventricolo cerebrale come si può vedere nel video sottostante. | |||||
La vita del paziente con idrocefalo Il paziente correttamente trattato per un idrocefalo può avere una vita ed uno sviluppo cognitivo del tutto normali. Siccome l'idrocefalo è molto spesso associato a malformazioni congenite (deficit della forza agli arti inferiori ecc.) il paziente può presentare disturbi fisici associati che però non pregiudicano lo sviluppo di una normale vita di relazione o l'entrata nel mondo del lavoro. Si può affermare che dall'idrocefalo si può guarire recuperando una qualità di vita più che soddisfacente. |
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Storia della Neurochirurgia. Idrocefalo. Servizio RAI anni '80 2 video (YouTube playlist) Ospedale Santobono di Napoli Prof.: Antonio Ambrosio |
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Per ulteriori informazioni dott. Giuseppe Ambrosio |
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